Errate se cercate di collocare il Phuong Long o “Gruppo” in uno spazio o in un tempo preciso.
Il Phuong Long e’ la condizione di uno spirito, incarnato e visibile in ogni persona che ha beneficiato della sua energia.
Come tale, uno spirito non segue le leggi fisiche di tempo e spazio a cui i nostri corpi sono vincolati; non e’ ancora ben vivo e presente lo spirito di Marco Aurelio, imperatore filosofo, anche se 19 secoli hanno fatto polvere delle sue spoglie?
Il vento del destino ci spinse sulle orme di un Maestro: Roberto Vismara; quasi senza rendercene conto la fenice spicco il volo seguita dal drago, per disegnare nel cielo di Linate e nei muri del Vo Duong la danza che ancora oggi si compie quando il gruppo si allena.
E ci si allenava tanto, tutti i giorni, più volte al giorno. Posizioni di base, Quyen, avanti indietro, combattimento, Quyen, posizioni di base, tecniche di un passo, Quyen, posizioni di base, piegamenti, corsa, addominali, Quyen, posizioni di base, posizioni di base, combattimento ….
I giorni scorrevano e lo spirito del gruppo in noi si rafforzava, stavamo facendo Qwan Ki Do per Diana!
Aspettare la sera per entrare in palestra, vedere il MIO Maestro ancora una volta, vedere i MIEI compagni. Ancora ancora e ancora, non ci bastava ne volevamo di più.
Apprendere cose nuove ridere e piangere, sempre insieme, noi e il Maestro, il Maestro e noi. Tanti corpi un solo spirito un solo modo di vedere le cose. E i mesi trascorrevano. Arrivarono le dimostrazioni, le gare, altri atleti. Ma noi eravamo sempre li, tutte le sere, tutti uniti, tutti nel gruppo. E gli anni passarono recando gioie e dolori a tutti indistintamente. I corpi e gli ormoni si assetarono, quegli stupidi puntini lasciarono il posto a baffi e barbe vere, eravamo diventati uomini.
Ora come il nostro Maestro prima di noi trasmettiamo ciò che abbiamo imparato ad altri. Ma quello che più conta e’ trasmettere lo spirito che alberga in ognuno del Phuong Long. Insegnare un calcio o un pugno e’ cosa semplice. Riuscire a trasmettere che oltre al calcio e al pugno c’e’ lo spirito di 30 anni di gruppo e’ meno banale.
Faccio queste riflessioni mentre guido la mia auto comoda e confortevole in un giovedì sera anonimo, mentre ripenso alla mia moto scalcinata di allora e alla ritmo del mio Maestro che ha fatto più chilometri dell’auto dei blues brothers.
Ripenso a tutte le volte che e’ andato a Tolone dal Maestro Tong e a tutto ciò che insieme abbiamo fatto; intanto entro in piazzale Lagosta: neanche un parcheggio, come al solito. Mentre chiudo l’auto guardo ipnotizzato le doppie frecce che lampeggiano e nel mio cervello vedo il gruppo con i suoi visi amici. Qualcuno e’ andato, qualcuno e’ rimasto e lo vedrò tra breve.
Sono eccitato come la prima sera di trenta anni fa mentre varco la soglia del Vo Duong. Ora sono già in Vo Phuc e mentre saluto gli amici arrivo sulla soglia della materassina.
Apro la porta, penso ai figli e a cosa dirò loro del Phuong Long, intanto scruto tra Vo Phuc neri e cinture nere e rosse.
Vedo il Maestro e, dato che sono in ritardo, chiedo il permesso di entrare con un cenno. Dopo il classico cenno di risposta mi metto a fare i piegamenti.
Non ho ancora fatto il terzo che sento una voce inconfondibile premere sui timpani: “allora sei ancora li? Dentro forza, vai con Gennaro”.
La stessa voce sussurrando ma non troppo, verso un altro punto cardinale: “Gennaro mi raccomando, il gatto e il topo fatto bene che non se lo ricorda” mi giro e vedo la voce che sorride.
Ora e’ Genny che sorride.
L’ultimo pensiero prima di abbandonarmi all’oblio dell’allenamento e’: il loro sorriso e’ lo stesso di 30 anni fa.
Ecco questo e’ il Phuong Long.
Questo dirò ai miei figli.
Io, ovviamente, non ho partecipato ai primi allenamenti del gruppo ma ho cercato di trasmettere quanto i miei compagni di palestra e di vita hanno provato e sentito in questi anni.
Il racconto si rifà quindi in parte a esperienze personali provate dal sottoscritto direttamente in materassina, a partire dall'anno 1989, in parte dall'interpretazione delle esperienze di tutti coloro con i quali mi sono confrontato sia in palestra che fuori e in parte dalle riflessioni e dagli scambi di idee con il mio Maestro, Roberto Vismara, che si è sempre reso disponibile a qualsiasi riflessione e approfondimento che io chiedessi, critico o meno, comodo o scomodo e che mai ha declinato una risposta o si è rifiutato di confrontarsi su qualsiasi argomento io lo ingaggiassi.
Carlo Sperati
Cambiano gli uomini, cambiano i tempi, cambia l’approccio all’Arte ma non cambia la Via che ci siamo prefissati e soprattutto restano saldi i nostri principi, valori, ideali e qualità, che sono da sempre: l’altruismo, l’umiltà, la pazienza, la disponibilità, la coerenza, la lealtà, la riconoscenza, il coraggio, la giustizia, la disciplina, la generosità, la difesa del più debole, la tolleranza, l’amicizia, la costanza, l’impegno, la comprensione, la disponibilità, la correttezza, l'abilità, la serenità, ...
Questo è, e sarà sempre, il Phuong Long, e chi ha la fortuna di entrarci, anche solo per un breve periodo, crede nei valori e negli obiettivi che il Phuong Long si è prefissato.
Maestro
Roberto Vismara