L’Accademia Phuong Long Italia, ha portato a termine un’ulteriore iniziativa di valore, mettendo a disposizione dei Responsabili Sicurezza Protezione e Prevenzione aziendale, la propria esperienza.
Il 6 giugno, presso la sede nazionale di viale Zara a Milano, è stato realizzato un corso di formazione aziendale, costruendo una giornata di Co Vo Dao per addetti e responsabili sicurezza di varie importanti aziende. Con la partnership di AssoLombarda, nelle persone della D.ssa Mariarosaria Spagnuolo, responsabile delle tematiche di salute e sicurezza del lavoro e Riccardo Sapienza psicologo e formatore, si è utilizzata la metafora dello studio delle armi tradizionali trasportandola in azienda e nella sicurezza sul lavoro. Insieme agli esperti del Phuong Long: Umberto Maggesi, istruttore formatore e mental coach, Antonio Varratta istruttore responsabile regione Lazio e Angelo Taormina istruttore e responsabile settore junior, i corsisti hanno potuto fare esperienza di bong e long gian.
Dopo un breve riscaldamento, ognuno ha potuto scegliere un’ armi di base e iniziare il lavoro singolo, per poi precedere allo studio delle armi a coppie. Alternando momenti di formazione teorica, pratica e trasferimento delle problematiche all’ambiente del lavoro. I corsisti hanno potuto apprendere, in maniera originale, i principi del rispetto dell’esperienza pregressa, l’attenzione a sé e gli altri, la gestione dell’ambiente in cui fanno una qualsiasi attività, l’importanza della ripetizione, l’attenzione e il focus sull’obiettivo.
Come ha spiegato molto bene lo psicologo Sapienza, la confidenza e sicurezza arrivano con la ripetizione. Ma l’abitudine a una qualsiasi attività, alza comunque la soglia di pericolo!
Nel senso che, se abbiamo automatizzato un qualsiasi processo, ad esempio la strada per andare da casa al lavoro, conoscendo perfettamente il “processo”, le curve, gl’incroci più o meno pericolosi, facciamo scattare un “senso di sicurezza” che ci fa affrontare in maniera più spregiudicata il percorso, senza pensare che, dietro la curva che facciamo tutti i giorni, ci potrebbe essere un’auto ferma o un pedone.
Quindi la consapevolezza del pericolo deve sempre essere alta, come nel lavoro delle armi!
Anche se conosciamo i movimenti, le tecniche, le peculiarità e i limiti della nostra arma, anche se gli schemi motori sono acquisiti e la confidenza è alta, dobbiamo sempre tenere presente i pericoli, per noi e gli altri, e mettere in atto tutti quei comportamenti per tutelare noi stessi, un eventuale pubblico o i praticanti intorno a noi.
Nel pomeriggio, dopo un veloce debrieafing, i corsiti sono stati divisi in due gruppi per organizzare una dimostrazione con ciò che hanno imparato alla mattina.
Qui si è ragionato sul lavoro di gruppo, la collaborazione, la capacità di scegliere le risorse giuste… e sulla differenza fra allenarsi e mettersi in gioco in una performance davanti a un pubblico (con ospite di eccezione il Su Truong Roberto Vismara), come durante un’emergenza. Possiamo fare tutte le prove che vogliamo per prepararci a ciò che accadrà, ma quando siamo in emergenza lo stress, se non addirittura il panico, possono sabotare anche il più preparato. Quindi la ricetta è allenarsi tanto, fare esperienze varie, in modo da essere preparati a un più ampio spettro di situazioni e conoscere a fondo se stessi e i dispositivi a nostra disposizione… qualche praticante di Qwan Ki Do riconosce questi aspetti anche nel proprio percorso?
Una giornata davvero entusiasmante dove il Qwan Ki Do ha mostrato, in un ambiente diverso dal solito, le proprie peculiarità e il grande contributo che può portare oltre i confini dei vo duong.
Le iniziative non sono finite qui, l’Accademia Phuong Long Italia è già all’opera per altre avventure.
Umberto Maggesi